Ugo  Longo - Presidente IRASE  Viterbo 

 

 

METODOLOGIA APPRENDIMENTO   COOPERATIVO

 

L'apprendimento cooperativo è una metodologia che utilizzando piccoli gruppi 

(3-4 persone)  attiva  la cooperazione e  si propone di massimizzare sia il processo di apprendimento, sia lo sviluppo delle abilità sociali. E' una modalità di gestione democratica della classe centrata su gruppi di lavoro eterogenei e costruttivi, sull'effettiva interdipendenza positiva dei ruoli, sull' uguaglianza delle possibilità di successo per tutti, INDIPENDENTEMENTE  DALLA DISABILITA’.

 

L'apprendimento cooperativo crea un contesto educativo non competitivo, altamente responsabile e collaborativo, produttivo di processi cognitivi di ordine superiore.

 

L’Apprendimento  Cooperativo va distinto da:

 

1.    Insegnamento  Reciproco   (Peer Tutoring)

 

si rispecchiano le differenze  Docente-Discente, infatti gli Studenti pur stando a Coppia assumono dei  RUOLI ASIMMETRICI, uno fa da TUTOR all’altro.

Cioè Segue,  Incoraggia, Guida l’Apprendimento dell’Altro.

 

2.    Collaborazione tra Pari ( Peer  Collaboration)

 

-           gli studenti sono alla  PARI di fronte al Compito da svolgere.

Debbono aiutarsi  e  collaborare  per portare a termine il lavoro

d’Apprendimento.

 

Rispetto a queste due modalità l’APPRENDIMENTO  COOPERATIVO propone:

v    Gruppo composto da più PERSONE

v    COMPITO che realizza l’INTERDIPENDENZA  POSITIVA tra i membri del gruppo.

 

               FINALITA’

 

1.       Tutti gli studenti (anche quelli più bravi, cosiddetti gifted students) lavorarono di più, sviluppano più Motivazione Intrinseca all'apprendimento e di conseguenza si ottengono migliori risultati e pensieri di ordine superiore;

2.       Si crea un forte Spirito di Squadra nella Classe, profondi legami di Amicizia e di Solidarietà in cui si apprezza la Diversità.

3.       Si ottiene un clima più disteso che porta ad un innalzamento dell' Autostima  e migliora l' Autoefficacia.

4.       Consente il Recupero di allievi problematici, poco motivati allo studio con problemi Affettivi, Motivazionali, Sociali e Cognitivi.

5.       Permette l'Integrazione degli alunni in situazione di handicap

6.       Porta alla formazione di cittadini democratici e responsabili

 

OBIETTIVI

 

Favorire  modalità di Relazione Interpersonale che portino ad un adeguato livello di qualità il cosiddetto 'Clima di Classe', migliorando così le Abilità di RELAZIONE e di GESTIONE della classe e dei Conflitti Interpersonali.

 Assicurare  un buon livello d 'Apprendimento, tramite l’Incremento Volontario dei Tempi di Lavoro, una migliore memorizzazione dei materiali di studio, e soprattutto lo sviluppo  della Motivazione  Intrinseca e del Pensiero  Superiore.

 

 

RIFERIMENTI  TEORICI

 

Secondo il Prof. Chiari, uno dei maggiori esperti italiani d’Apprendimento Cooperativo, i principali riferimenti teorici dei metodi di Cooperative Learning ruotano intorno a tre principali prospettive:

1.       Teorie motivazionali

2.       Teorie sociali

3.       Teorie cognitive

1.    Tali teorie pongono l’accento sul cambiamento indotto dai valori cooperativi sulle motivazioni degli studenti al lavoro accademico,  focalizzandosi  sul modello delle ricompense e degli obiettivi su cui gli studenti debbono operare.

Individuano tre classi tipo per diverse strutture di valori a cui fanno riferimento:

a)       Cooperativa, in cui gli sforzi orientati all’obiettivo

da parte di ciascun allievo

contribuiscono al conseguimento degli obiettivi

anche da parte dei compagni;

 

b)       Competitiva, ogni sforzo da parte di ciascun allievo tende a ridurre il conseguimento degli obiettivi degli altri;

 

c)       Individualistica, dove il conseguimento dei propri obiettivi non influisce sul conseguimento degli obiettivi degli altri (Deutsch,1949).

In  questa  prospettiva i singoli membri del gruppo possono conseguire i propri  obiettivi personali solo attraverso il successo del gruppo. Il gruppo come strumento per il raggiungimento degli  obiettivi  di apprendimento individuale.

          In  altre parole, le ricompense dei gruppi basate sui risultati dei gruppi stessi ( o sulla sommatoria dei risultati individuali) creano una struttura  interpersonale di ricompense in cui i membri del gruppo danno o

ricevono  riconoscimenti sociali ( ad esempio premi o incoraggiamenti) in risposta agli sforzi legati  al compito  dei propri compagni di gruppo (Slavin,1983)   

La critica che viene mossa alla classe tradizionale, dai sostenitori di tale teoria è che la classificazione competitiva e il sistema informale di ricompense della classe, creano un sistema di norme tra pari che  addirittura si contrappone agli sforzi degli  insegnanti. Le peer norms  contro le academic  norms, accade cioè che gli studenti elaborino una serie di norme  orientate verso il blocco dell’elevato rendimento scolastico, che pongono al bando i cosiddetti “secchioni”.

Invece, in una classe cooperativa, l’apprendere è una attività che eleva nella gerarchia sociale del gruppo dei pari, lo studente che si applica, che è sempre presente e che aiuta gli altri è positivamente valutato nel gruppo. Si verifica un cambiamento radicale circa le conseguenze sociali del successo scolastico  per effetto del clima e del contesto  cooperativo.

I valori cooperativi tendono a creare norme “Proaccademiche” fra gli studenti e tali norme hanno un effetto straordinario sul loro successo scolastico.

 

1.       Teorie sociali  e cognitive

 

Le teorie cognitive, sia evolutive che elaborative,  si concentrano  sugli effetti positivi indotti dal lavorare insieme.

L’assunto fondamentale delle teorie evolutive afferma che  l’interazione fra gli allievi su obiettivi cognitivi aumenta la loro padronanza dei concetti  critici   (Vigotskij,1978; Murray,1982; Damon,1984)

Il gruppo cooperativo eterogeneo, sia per i livelli cognitivi che sociali dei membri (handicap incluso), assume una rilevanza fondamentale alla luce del concetto di “Zona di sviluppo prossimale  trattato negli esemplari gli studi di Vigotskij, per il quale il passaggio dal livello di sviluppo cognitivo attuale del bambino a quello potenziale dipende dalla mediazione dell’adulto e dalla collaborazione con compagni più capaci, attraverso attività di problem solving.

Il contatto con i coetanei  all’ interno di  un gruppo di collaborazione permette a ciascun allievo di poter operare all’interno della propria zona di sviluppo prossimo, ottenendo risultati  più avanzati

Il gruppo come attivatore delle zone di sviluppo prossimale di tutti componenti.

Così come Vigotskij, ha ribadito l’importanza della dimensione sociale da cui procede lo sviluppo dell’interiorizzazione e del linguaggio, come componenti cognitive fondamentali della formazione dell’individuo, il Piaget, scoprì che la conoscenza di tipo sociale- come il linguaggio , i valori, le regole, la moralità, il sistema dei simboli – può essere appresa soltanto in interazione con gli altri.

In seguito, numerosi studiosi di Piaget, hanno auspicato l’introduzione di  attività cooperative nella scuola in quanto gli alunni con le loro discussioni sui contenuti creano conflitti cognitivi, esposizione a nuovi processi di ragionamento  e l’emergere di livelli superiori di pensiero.

Rispetto alle teorie di elaborazione cognitiva,  se l’informazione deve essere trattenuta in memoria e posta in relazione  con altre informazioni presenti, l’alunno deve impegnarsi in una ristrutturazione cognitiva o elaborazione del materiale.  In questa direzione l’eseguire un riassunto o redigere uno schema è profondamente diverso sotto il profilo cognitivo dal prendere appunti, in quanto nelle prime attività sono richieste competenze di riorganizzazione, selezione ed attribuzione di significato qualitativamente superiori. Da numerose ricerche emerge che gli studenti dei gruppi cooperativi che fornivano spiegazioni agli altri circa il materiale elaborato, raggiungevano dei livelli d’apprendimento molto più alti anche degli stessi compagni di gruppo.

 

 

Breve  storia dei metodi  cooperativi

 

          Nel nostro paese è solo in questi ultimi anni  che si è risvegliato l’interesse verso i metodi cooperativi

come risposta  alternativa  all’apprendimento  competitivo o individualistico o peggio di pseudogruppo, in cui le relazioni  tra i membri  sono di tipo “parassitario” senza alcuna condivisione di obiettivi e relazione di interdipendenza, in cui cioè la pseudo interazione di  gruppo non conduce ad alcun processo di crescita individuale, né a livello cognitivo né tantomeno a livello sociale.

        Un sicuro merito della diffusione della  metodologia cooperativa va ai  centri e ai gruppi di ricerca che operano negli Stati Uniti, in Canada, in Israele, in Olanda, in Inghilterra ed in molti altri paesi [1]  

        Un  gruppo autorevole di studiosi lavora presso il centro  “Cooperative learning center”

dell’ Università del Minnesota, di tratta  dei fratelli  David e Roger  Johnson che ricercano e producono studi e testi sull’applicazione dell’apprendimento cooperativo nella scuola. Collaboratrice del gruppo , Edythe Johnson Holubec, lavora presso l’Università del Texas ad Austin. Il loro approccio “Learning together” si fonda su cinque aspetti fondamentali: a) interdipendenza positiva b) interazione costruttiva diretta c) abilità sociali d) responsabilità individuale e) valutazione del lavoro di gruppo. Tali aspetti contraddistinguono il vero gruppo cooperativo.

        Robert  Slavin  e suoi collaboratori  hanno creato lo “ Student team learning  che pone l’attenzione sullo sviluppo della motivazione intrinseca degli alunni, l’autore sottolinea come molti ragazzi, soprattutto quelli a rischio, non possono essere facilmente indotti  verso l’impegno nello studio e nell’apprendimento se non con la prospettiva del conseguimento di una ricompensa. Ciò è vero a livello individuale ma lo è ancor più a livello di gruppo se la ricompensa unifica e stimola l’impegno  dei membri.

E. Aronson , dell’University of  California a Santa Cruz, ha sviluppato una procedura cooperativa denominata Jigsaw,  vertente sulla scomposizione e ricomposizione  dei gruppi di base  attraverso la formazione di gruppi esperti  in chiave d’approfondimento tematico, che può essere utilizzata per l’impostazione del lavoro di classe.

        Spencer Kagan e Miguel  Kagan conducono ricerche sul Cooperative Learning nell’ University  of California nel Riverside  e hanno fondato un centro di pubblicazioni  in California. Il loro apporto denominato “Structural  approach” si basa sulla predisposizione delle strutture di lavoro al fine di garantire

 un’ interdipendenza positiva effettiva. Intendono cioè raggiungere alcuni dei principali obiettivi dell’apprendimento cooperativo - coinvolgimento del maggior numero possibile di studenti, uguale partecipazione e responsabilità individuale -  mediante l’adattamento di una struttura  a scopi specifici

(apprendimento, organizzazione di conoscenze e riflessione, clima di gruppo o della classe)  

        In Israele ed in particolare a Tel Aviv troviamo Shlomo e Yael Sharan, Hanna Sachar, Rachel  Hertz-Lazarowitz.  Shlomo e Yael Sharan  sono gli autori del “Group Investigation” un metodo per l’istruzione in classe in cui gli studenti lavorano in modo collaborativo in piccoli gruppi per esaminare, fare esperienza e capire il loro argomento di studio. Essi sostengono che l’elemento fondamentale che stimola l’apprendimento  è il “desiderio di conoscere”, un gruppo si muove alla ricerca di una conoscenza se è  adeguatamente stimolato da un problema. Il lavoro di ricerca struttura la comunicazione tra i membri del gruppo, l’apprendimento, la motivazione e la valutazione. 

        Elizabeth G. Cohen,  statunitense,   ha definito una modalità di apprendimento cooperativo “ Complex instruction  che organizza l’interdipendenza positiva tra i membri come interdipendenza di abilità, al fine di controllare l’effetto dello status dei membri del gruppo. Per evitare cioè che i più dotati  prevarichino  i meno dotati,   il compito viene scelto sulla base della complessità  e della diversificazione delle abilità richieste per il suo compimento. Ognuno è consapevole di essere necessario e di  esprimere abilità non comparabili con le altre.

In Canada nel Department  of Cooperation  di Saskatchewan  lavorano G.Hughes e i suoi colleghi.

        In  Norvegia  E.Hjertaker e i suoi colleghi.

        In Inghilterra  Helen  Cowie e Jean Rudduck  hanno lavorato al “ Cooperative Group Work Project”

all’ interno della Division  of Education  dell’Università di Sheffield e ora la  H. Cowie  con un altro gruppo di collaboratori  lavora al Roehampton  Institute  di Londra.

        In Italia  i due filoni di ricerca sono riconducibili a Giorgio Chiari  che lavora presso  il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università  di Trento e a  Mario Comoglio  dell’ Università  Pontificia Salesiana – Istituto di didattica di Roma. 

 

 

 

 

La cooperazione come requisito essenziale di competenza sociale e cognitiva per l’evoluzione della società complessa

 

        In uno studio  di Slavin  del 1990 si legge che:

 la principale ragione per cui le scuole sono state costruite è di offrire agli studenti  conoscenze , concetti,

abilità, e apprendimenti necessari ai fini della sopravvivenza nella  nostra società

 

A dieci anni di distanza questo pensiero è  pienamente attuale nella nostra  società complessa, all’interno della quale il soggetto singolo,  seppur dotato delle migliori competenze ed abilità, non riesce a rispondere a compiti ed impegni che richiedono l’ interdipendenza positiva dei ruoli e delle persone all’interno di un team mediante l’attivazione di: partecipazione, comprensione, responsabilità,   competenza sociale e l’accettazione dell’altro e valorizzazione della diversità.

L’associazione della valorizzazione del gruppo  con la responsabilità individuale  costituisce la base dei metodi di Cooperative Learning, questi realizzano l’uguaglianza  delle opportunità di successo  anche con una serie di accorgimenti tecnici basati sul calcolo dei punteggi di miglioramento, che il Prof. Chiari definisce ”matematica delle pari opportunità di successo”:

 

La  modalità  LEARNING  TOGETHER di  Johnson e  Johnson

Essa si fonda su cinque elementi:

 

1.       INTERDIPENDENZA  POSITIVA

2.       INTERAZIONE COSTRUTTIVA  DIRETTA – FACCIA A FACCIA

3.       ABILITA’ SOCIALI

4.       RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE e di GRUPPO

5.       PROCESSI DI  GRUPPO

 

1.        INTERDIPENDENZA  POSITIVA

 

Vincola i Membri di un gruppo  nel

raggiungimento di un FINE.

La COLLABORAZIONE  RECIPROCA è determinante  per il raggiungimento dell’OBIETTIVO.

L’Interdipendenza  Positiva induce  gli Studenti  ad impegnarsi per la  RIUSCITA dei COMPAGNI come per SE STESSI, ad esempio in un contesto di problem solving  la strutturazione dell’interdipendenza positiva  passa per l’accordo di tutti  i membri circa le risposte e le strategie di soluzione per ogni problema  (interdipendenza di obiettivi),  nella piena attuazione delle responsabilità connesse ai ruoli  (interdipendenza di ruoli).

La sua mancanza  determina l’annullamento della COOPERAZIONE. 

 

TIPOLOGIE  DI  INTERDIPENDENZA  POSITIVA

        Johnson  consiglia il rispetto di due fasi  di lavoro:

1.       costruire l’interdipendenza degli  obiettivi

2.       integrare e rafforzare l’interdipendenza degli obiettivi  aggiungendo quella a livello di premi, di ruoli, di risorse, ecc.

1.       E’ necessario rendere edotti gli studenti delle loro responsabilità individuali:

Ø       Studiare  il materiale assegnato

Ø       Assicurarsi che lo studino tutti i compagni del proprio gruppo

Di solito è proprio la presenza di questa seconda abilità, di sostegno allo studio di gruppo,  che  permette di riconoscere  il forte legame alla base dell’interdipendenza in oggetto. Ciò è frutto di esperienza e formazione, che sia  il docente che il discente devono percorrere, pur rimanendo compito specifico del primo il  fornire un obiettivo comune ai gruppi  ed una ragione concreta per lavorare insieme.

L’insegnante deve specificare gli obiettivi  in riferimento all’incremento di profitto individuale e di gruppo che si attende, e nel caso di relazioni o esperienze di ricerca o studio  richiede al  gruppo che tutti  i componenti  firmino il prodotto finale al fine di vincolarli sull’ approvazione di quanto fatto, la spiegazione, il perché ed il come.

La firma di ogni componente coinvolge in una doppia responsabilità  individuale e di gruppo.

v      INTERDIPENDENZA  DI  COMPITI

-          linea di produzione

-          reazioni a catena

( il lavoro viene ripartito in una sequenza di fasi in modo che uno studente debba fare la sua parte perché il compagno possa svolgere la propria)

 

 

v      INTERDIPENDENZA  DI  IDENTITA’

-          Identità  di gruppo

(logo, nome, bandiera, di classe, di scuola)

v      INTERDIPENDENZA  DI   RISORSE

-          risorse  limitate (1 set di oggetti)

-          puzzle di materiali

-          contributi al lavoro separati

si articola cioè con la visibilità del contributo personale  che passa però per l’unione delle risorse.

Chi mantiene il suo materiale per sé impedisce al gruppo di raggiungere l’obiettivo prefissato nel compito.

v      INTERDIPENDENZA  AMBIENTALE

-          lo  spazio di lavoro di un  gruppo è contrassegnato da nastro adesivo sul pavimento

-          il gruppo ha un punto d’incontro definito  ( gruppo di base: banco, aula per Jigsaw )

v      INTERDIPENDENZA  DI  RUOLO

-          assegnare ad ogni membro un ruolo e ruotarlo nel tempo (leader, reporter, speaker, timer, observer, ecc. )

l’ assegnazione di tali ruoli complementari e spesso interconnessi  (sostenere e guidare il lavoro di gruppo, eseguire il diario di gruppo ed annotare le parti salienti della relazione comune, riportare verbalmente alla classe, programmare i tempi di lavoro, osservare i comportamenti nel gruppo )  specifica la responsabilità individuale rispetto al compito di gruppo e favorisce il raggiungimento degli obiettivi, il mantenimento di rapporti di lavoro efficaci, l’apprendimento e l’integrazione delle nuove conoscenze con quelle che già si possiedono e lo sviluppo della riflessione al fine di migliorare le capacità di ragionamento di ciascuno.

v      INTERDIPENDENZA  DI  IMMAGINAZIONE

-          la situazione ha una interdipendenza ipotetica

      ( la sopravvivenza  su di un pianeta)

v      FESTA PER IL PREMIO DELL’INTERDIPENDENZA

-          festeggiare insieme il successo

-          punti di abbuono

-          premi non scolastici (adesivi, poster, incontri nel tempo libero)

-          individuare gradi gerarchici nel gruppo (con l’accordo di tutti i membri)

questo permette di migliorare la qualità della cooperazione perché mostra agli alunni che hanno realizzato qualcosa che andava oltre le capacità individuali, che gli sforzi di ciascuno contribuiscono al successo comune e vengono sempre apprezzati ed infine che ogni membro viene rispettato come persona.

v      INTERDIPENDENZA NELLA  COMPETIZIONE CON  L’ESTERNO

-          competizione tra gruppi

-          competizione fra classi

v      INTERDIPENDENZA  DI  SCOPI

-          tutti i partecipanti dimostrano  padronanza

-          tutti i partecipanti migliorano

-          ogni partecipante apporta il suo punteggio a quello totale del gruppo

-          un solo prodotto del gruppo cui tutti i membri hanno partecipato e che possono spiegare

                    (tratto da  Johnson &  Johnson, 1998)

 

2.       INTERAZIONE COSTRUTTIVA   DIRETTA  - FACCIA A FACCIA

              

Si  tratta di una serie di Comportamenti dei MEMBRI del GRUPPO che  mostrano

INTERESSE per il raggiungimento dell’OBIETTIVO.

Gli  Alunni contribuiscono con IDEE e LAVORO, si ASCOLTANO  RECIPROCAMENTE  e  soprattutto  NON  HANNO  PAURA  DI ESPORRE LA PROPRIA   OPINIONE, perché  sicuri che possa contribuire al RISULTATO.

L’ AIUTO  RECIPROCO  si  attua  attraverso la Spiegazione Verbale delle  Strategie di Soluzione dei Problemi, la Discussione dei Concetti che si Studiano, la Condivisione delle proprie Conoscenze con i Compagni di Classe ed infine  l’Integrazione  dei contenuti da Apprendere con quanto già si conosce.

L’interazione faccia a faccia promuove negli studenti  l’aiuto, l’assistenza,  l’incoraggiamento,

ma soprattutto supporta tutti i membri nella difficoltà dell’apprendere (diversità ed handicap).

 

3. ABILITA’ SOCIALI

 

Gli  studenti debbono usare in  modo  consapevole le ABILITA’  INTERPERSONALI E  DI PICCOLO GRUPPO, finalizzate  al mantenimento del gruppo stesso.

Gli alunni dovranno essere in grado  di esercitare un ruolo di GUIDA, di prendere DECISIONI,  di creare un CLIMA di FIDUCIA, di COMUNICARE e di GESTIRE  i CONFLITTI.

 

Tali Abilità dovranno essere insegnate con la stessa cura delle Abilità Scolastiche.

 

LIVELLI DELLE ABILITA’ COOPERATIVE

 

1.       Gestione:

 

abilità necessarie per gestire un gruppo in modalità cooperativa; non gironzolare per l’aula, parlare sottovoce, fare a turno gli interventi, rivolgersi educatamente ai compagni, ecc.

 

2.       Funzionamento:

 

abilità necessarie per controllare le attività del gruppo di apprendimento cooperativo nello svolgimento del compito e mantenere l’efficienza dei rapporti di lavoro; condivisione delle proprie idee e deduzioni; guida del lavoro di gruppo, incoraggiamento alla partecipazione di ogni membro del gruppo.

 

3.       Apprendimento:

 

abilità necessarie alla comprensione approfondita del materiale studiato, a promuovere l’uso di strategie metacognitive, e massimizzare la padronanza e la ritenzione mnemonica del materiale studiato.

Es: spiegazione passo per passo del proprio ragionamento, collegamento dell’oggetto di studio con quanto precedentemente appreso, riconoscimento delle idee chiave.

 

4.       Stimolo:

 

abilità necessarie per stimolare la riconcettualizzazione del materiale che si sta studiando, la discussione, la ricerca di ulteriori informazioni e l’esposizione degli argomenti su cui si basano le proprie conclusioni.

Es: criticare le idee altrui per provarne il fondamento logico, conservare la propria opinione finché il gruppo non ne dimostri l’evidente illogicità 

 

4. RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE   e di  GRUPPO

 

Il Gruppo deve essere RESPONSABILE del raggiungimento dei suoi OBIETTIVI e ogni MEMBRO deve contribuire con la sua parte di LAVORO.

Il GRUPPO deve avere ben chiari gli OBIETTIVI che intende  raggiungere  e deve essere in grado di Misurare  sia i PROGRESSI compiuti verso il loro raggiungimento che  l’apporto INDIVIDUALE di ciascun componente del gruppo.

La Responsabilità Individuale  si  estrinseca anche attraverso la VALUTAZIONE  delle PRESTAZIONI di ogni Singolo Studente, e la successiva DISCUSSIONE dei RISULTATI raggiunti sia dal Gruppo che dal  Singolo. Viene così definito chi necessita di maggiore Assistenza  e Sostegno, l’Alunno o il Gruppo.

 

5.       PROCESSI  DI  GRUPPO

    

I  gruppi necessitano di specifici tempi di discussione su come raggiungere gli obiettivi e mantenere relazioni  sociali funzionali  tra tutti i membri.

I Gruppi devono Identificare  e Descrivere  quali Azioni dei Membri siano POSITIVE o

   NEGATIVE  e decidere quali tipi di Comportamento Mantenere o  Modificare.

   In questo senso l’insegnante può richiedere  di elencare:

a.       almeno tre azioni dei membri che hanno portato al  successo di gruppo nel lavoro della giornata

b.       una azione  necessaria affinché  il gruppo possa avere più successo domani.

Determinante il ruolo del docente, che deve monitorare i gruppi dando feedback sul come  hanno lavorato insieme,  riportando poi il tutto all’intera classe.

 

LE  PROMESSE  DELLA  RICERCA    di  Johnson  &  Johnson

 

Il primo studio fu condotto nel  1898

Più di 550 studi sperimentali

Più di 100 studi correlati

Ampia  generalizzazione degli studi

Prospettive  multiple

Pratica della responsabilità

 

 In tabella sono esplicitati gli ambiti presenti nel grafico:

 

 

Sforzo  da  raggiungere

Relazioni positive

Salute psicologica

Raggiungimento del compito

Spirito di corpo - Coesione

Adattamento psicologico

Memoria a lungo termine

Legame reciproco - Uno per l'altro

Competenze sociali

Ragionamento a livello superiore

Eterogeneità

Autostima

Motivazione intrinseca

Sostegno accademico

Identità condivisa

Comportamento rispetto al compito

Sostegno personale

Far fronte allo stress

 

IL RUOLO  DELLA  LEADERSHIP NEI GRUPPI COOPERATIVI  

 

CHI E' IL VERO  LEADER?

 Lontra di mare-

Il suo motto è: "Giochiamo e cerchiamo di essere amici"

Quando ti comporti come una  lontra di mare dai molto valore al mantenimento di buone relazioni tra i membri del gruppo. Fornisci attenzione smisurata ai bisogni degli altri membri, crei un'atmosfera confortevole e amichevole e lavori  con un buon ritmo. Faciliti la comunicazione, medi i conflitti,  riduci le tensioni e fornisci molto sostegno e apprezzamento. Raramente contribuisci al completamento del lavoro ma concentri le tue energie nel sincerarti  che i membri del gruppo interagiscano con cura e sostegno. 

 

CHI E' IL VERO  LEADER?

Il Lupo

Comportandoti come un lupo, ti interessa sia il  raggiungimento  completo degli obiettivi che la qualità e il mantenimento di buone relazioni di lavoro tra i membri. Dai e cerchi informazioni, riassumi e integri ciò che i membri conoscono, controlli che gli  altri membri del gruppo abbiano capito, faciliti la comunicazione, medi i conflitti, e incoraggi gli altri membri a partecipare. Sei molto attivo sia nel  voler raggiungere gli obiettivi  sia nel fornire supporto e incoraggiamento agli altri membri del gruppo  

 

CHI E' IL VERO  LEADER?

Castoro

Se ti comporti come un castoro ti impegni moderatamente per raggiungere gli obiettivi del gruppo o alterni periodi di intenso lavoro a periodi di rilassamento. Nello stesso tempo o mantieni relazioni moderate con i compagni del gruppo o alterni periodi in cui lavori sulle relazioni contribuendo ad alto livello a periodi in cui  ti dimostri indifferente alle relazioni tra i membri. A volte  puoi trascurare il raggiungimento dell'obiettivo per concentrarti  a migliorare le relazioni di lavoro o viceversa. Non cerchi o non trovi il modo per integrare  azioni di obiettivo e di relazione per una leadership ottimale.

 

CHI E' IL VERO  LEADER?

Struzzo

Quando nascondi la testa nella sabbia, come uno struzzo, non stai contribuendo

al  raggiungimento pieno degli obiettivi del gruppo e non stai aiutando a costruire e mantenere relazioni di lavoro efficaci tra i membri. Non ti sforzi minimamente

affinché il lavoro del gruppo sia portato a termine.

Generalmente non sei coinvolto e non interagisci con i membri dell'altro gruppo.

Essenzialmente dici:

"Non me ne curo!"

A causa della tua rinuncia e della mancanza di coinvolgimento, non hai alcuna

influenza sui membri dell'altro gruppo.

 

CHI E' IL VERO  LEADER?

Ape -  Quando agisci come un'ape ti concentri sulla conclusione del lavoro, in modi che mostrano poca preoccupazione per le relazioni tra i membri. Il  raggiungimento completo dell'obiettivo è visto come determinante. Dai informazioni e ricerchi  tutte la conoscenze importanti  in possesso degli altri membri, riassumi, dirigi il lavoro del gruppo, assegni io ruoli ai membri  e  infondi energia agli altri membri affinché lavorino alacremente. Ignori le relazioni tra i membri. Adotti  un atteggiamento  da sergente dell'esercito addetto all'addestramento come approccio alla leadership 

 

Nelle  parti precedenti  si è fatto riferimento all’assegnazione dei  Ruoli (vedi interdipendenza di ruoli) come funzioni di responsabilità assegnate al  singolo studente che debbono essere esercitate mediante precisi comportamenti  durante il  lavoro di gruppo. Tali ruoli  vengono di solito assegnati a rotazione tra i membri, in modo che ciascuno abbia la possibilità di poter sperimentare i diversi livelli di relazione sociale, di decisione, di incoraggiamento e di stimolo e guida per il gruppo.

       Le teorie tradizionali sulla leadership affermano diverse posizioni:

a.       “leader si nasce” ribadendo quasi l’ereditarietà del complesso di competenze ed abilità  sia sociali che cognitive che il vero  leader  deve personalmente  possedere.

b.       “ leader è potere e titoli” si è leader in quanto si occupa un posto di potere si ha titolo a decidere a pianificare contesti e situazioni. La leadership è  strettamente connessa al ruolo sociale che si riveste.

c.       “ leader è uno stile” si può essere leader secondo lo stile Autocratico, Democratico o del Lasciar fare, è comunque sempre una dimensione strettamente personale.

      La teoria  dell’apprendimento cooperativo, secondo i Johnson,  afferma invece che il Leader non è una Persona, non si eredita, non è un potere, ma si è Leader nel momento in cui si compiono azioni  di aiuto e supporto al gruppo ai fini del raggiungimento dell’obiettivo, contribuendo a mantenere relazioni cooperative tra i membri.

Il grafico a fianco esprime la relazione esistente tra le tipologie di ruoli presentate precedentemente ( lupo, lontra di mare, struzzo, castoro, ape) e le strategie di leadership che a tali comportamenti  si accompagnano.

Sulle  ascisse ci sono gli obiettivi - intesi in termini di volontà di  raggiungimento - e sulle ordinate le relazioni.

Ogni asse è poi  tarato da un livello di bassa importanza ad un livello di alta importanza per l'animale in oggetto.

Ognuno di noi si può divertire a ricercare l'animale che è il vincitore delle strategie di  leadership.

 

Il leader, o meglio le funzioni di leadership, sono valide solo se:

a.       Contribuiscono all’efficacia del gruppo nell’ esecuzione del compito

b.       Favoriscano relazioni di gruppo  funzionali al conseguimento di un compito  successivo qualitativamente superiore

c.       Ogni componente del gruppo ha ricoperto tali funzioni, osservando quali abilità o comportamenti sono stati messi in atto e favorendo, anche con l’aiuto dell’insegnante, la focalizzazione dei comportamenti più flessibili ed efficaci.

                                       Membro di gruppo = Leader      

                                Leadership distribuita all’interno del gruppo

                

Rispetto alle strategie di Leadership di cui sopra riporto, a titolo esemplificativo,  il questionario elaborato  dai Johnson. Questo valuta i comportamenti  di leadership rispetto a due componenti; la prima riguarda le funzioni tendenti al raggiungimento dell’obiettivo, la seconda le funzioni di relazione all’interno del gruppo. Tale conoscenza e comprensione delle proprie strategie di leadership è funzionale al potenziamento del contributo di lavoro e delle relazioni all’interno del gruppo, grazie soprattutto   

Questionario

Ognuno dei seguenti  items descrive un' azione di leadership.

Per ogni  affermazione assegna il seguente punteggio:

5 . Se ti comporti sempre in quel modo

4.  Se ti comporti frequentemente in quel modo

3.    Se ti comporti occasionalmente in quel modo

2. Se ti comporti raramente in quel modo

1  Se non ti comporti mai in quel modo

 

QUANDO SONO  MEMBRO DI UN GRUPPO

 

1.       Offro fatti e espongo le mie opinioni, idee, sentimenti e informazioni per aiutare la  discussione di gruppo

2.       Mi assicuro di capire ciò che dicono gli altri  membri del gruppo per trasporlo a parole mie. Uso buone abilità di comunicazione  ed aiuto a facilitare la comunicazione effettiva  tra i membri del gruppo.

3.       Fornisco una direzione al gruppo richiamando l’attenzione sugli obiettivi da raggiungere e suggerendo  procedure per completarli. Organizzo le responsabilità connesse ai ruoli  per i membri del gruppo

4.       Promuovo una discussione aperta dei conflitti tra i membri del gruppo per risolvere disaccordi e medio quando i  membri sembrano incapaci di risolvere i conflitti direttamente.

5.       Faccio battute  e commenti divertenti per far ridere i  membri e per aumentare il divertimento di lavorare insieme.

6.       Riassumo i contributi dei membri del gruppo con  una frase  concisa ed integro tutte le diverse azioni dei membri in una sola definizione

7.       Esprimo sostegno, accettazione, e simpatia per gli altri membri del gruppo e  mostro appropriati riconoscimenti  ed esprimo lodi quando un  altro membro realizza un'azione  costruttiva nel gruppo

8.       Chiedo fatti, informazioni, opinioni, idee, e sentimenti agli altri membri del gruppo al fine di usare tutte le risorse per il raggiungimento  dell’obiettivo

9.       Incoraggio tutti i membri del gruppo a partecipare. Provo a dar loro fiducia a contribuire attivamente allo sforzo del gruppo. Gli faccio capire di tenere in grande considerazione i loro contributi

10.     Chiedo agli altri di spiegare le risposte e le conclusioni del gruppo per essere sicuro che abbiano compreso e capito il materiale discusso dal gruppo.

11.   Fornisco energia al gruppo.  Cerco di creare aspettative riguardo il raggiungimento degli obiettivi

12.   Osservo il modo in cui il gruppo sta lavorando ed uso le mie osservazioni per aiutare a discutere sul come  far lavorare meglio il gruppo

 

 

Valutazione del questionario di  Leadership

 

 

FUNZIONI  OBIETTIVO

 

FUNZIONI  DI RELAZIONE

Affermazione

Punteggio

Affermazione

Punteggio

1. Relatore di informazioni ed opinioni

 

2. Facilitatore della comunicazione

 

3. Definitore di relazione e ruolo

 

4. Risolutore dei problemi interpersonali

 

6. Colui che riassume

 

5. Chi smorza la tensione

 

8. Ricercatore di informazioni  ed opinioni

 

7. Colui che sostiene e   loda

 

10. Verificatore di comprensione

 

9. Incoraggiatore della partecipazione

 

11. Colui che infonde energia

 

12. Osservatore dei  processi

 

                                                     Totale

 

                                                  Totale

 

 

Valutazione del punteggio conseguito nel grafico cartesiano elaborato da Johnson

 

Apprendimento cooperativo e integrazione degli alunni in situazione di handicap.

                                             Un esempio di percorso in rete.

       

Tratto da ” Progetto Consorziato di Sperimentazione Metodologico-Didattica-

I possibili itinerari dell’Integrazione –“

Coordinatore: Prof. Ugo Longo

Collaborazione Scientifica: Prof. Chiari Giorgio- Dip. Sociologia e Ricerca Sociale

Università degli Studi di Trento.

 

Scuole  partecipanti:

-          Scuola elementare Vignanello – D.D.Orte

-          Scuola media “P.Egidi” – Viterbo

-          Scuola media  “Dante Alighieri” – Civita Castellana

-          Scuola media  Orte – Sede di Vasanello

-          Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Artigianato “G.Marconi” – Viterbo.

 

Classi coinvolte: n.6

Tipologie di disabilità:

-          n. 1 Ritardo mentale grave ( partecipazione ai momenti di riscaldamento e

condivisione delle gratificazioni di gruppo)

-          n. 1 Disturbo dell’affettività e del comportamento

-          n. 2 Ritardo mentale lieve

-          n. 1 Disturbo dell’apprendimento

-          n. 1 Disturbo del linguaggio

 

Approccio cooperativo alla classe

 

a)  Welcome: "bene arrivati" (striscioni, coccarde, adesivi, murales, ecc.), foto di gruppo-classe.

 

a)   Io mi presento tu ti presenti

 

c)  Test sociometrico e test clima di classe.

 

d)   Giochi di warming-up.

 

 

attività di base necessarie alla creazione di un clima di classe positivo

(abilità sociali di base)

 

a)  Motivazioni e aspettative nei confronti della scuola e della materia. Registrazione sulla lavagna degli interventi più interessanti.

 

b)  Ruling: "Costituzione della Classe" (T-chart ed esercitazione abilità sociali; regole con le firme e i nomi degli osservatori per il primo periodo;), schede di osservazione (analitica/sintetica; individui e gruppi).

 

c)  Conoscere e familiarizzare con la classe e la scuola; vestire i muri, definire gli spazi della classe e dei gruppi.

 

 

Strumenti per l'attività pratica: avvio all'apprendimento di gruppo

 

a )  Task and Rules; incarichi da assegnare agli studenti per aumentare il senso di responsabilità individuale e favorire l'interdipendenza della classe.

 

b) Building the team; 'gruppi base' eterogenei (background+sociometrici+abilità); ruoli per aumentare la responsabilità individuale e per agevolare le interazioni nel gruppo durante il lavoro: leader, speaker, reporter, timer, observer, encourager, etc.).

 

Le tecniche per lavorare in gruppo

 

b)   STAD, Jigsaw, TGT: tecniche di lavoro di gruppo per creare il clima cooperativo. Si inizia con i giochi.

 

c)   Come indurre feedback positivo; Group Analisis; Cooperative Skills Analysis.

 

 

 

Monitoraggio e valutazione

 

a) Valutazione e feedback: contabilità dell'interazione

 

a) Presentazione delle schede che l'insegnante deve utilizzare per monitorare il lavoro svolto dagli studenti non solo per gli sviluppi delle abilità cognitive ma soprattutto per lo sviluppo delle abilità sociali. Schede di osservazione dell'insegnante, di gruppo e schede di autovalutazione

 

b) Il metodo di valutazione basa il voto  sulla percentuale di risposte corrette fornite ai test.

 

 

programmazione  e  conduzione  della lezione cooperativa

 

a) Contratto formativo in cui si esplicitano: gli obiettivi che si intendono raggiungere, gli strumenti che consentiranno di raggiungere tali obiettivi, i contenuti che verranno trattati nel corso delle lezioni. Si tengono in considerazione eventuali proposte da parte degli studenti

 

b) Piano della lezione cooperativa e Coordinamento con il lavoro di gruppo.

 

c) Documentazione video delle attività svolte.

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

 

1.       D.W. Johnson, R.T. Johnson e Edythe J.Holubec, Apprendimento cooperativo in classe, Erickson, Trento, 1996

2.       D.W. Johnson, R.T. Johnson, Small group leadership skills, tratto da Learning to lead teams: Developing  Leadership skills, Interaction Book Company, Edina, Minnesota, seminario del 24 giugno 2000 –

Dipartimento di  Sociologia e Ricerca Sociale - Università degli Studi di Trento.

3.       Yael  Sharan, Shlomo Sharan, Gli alunni fanno ricerca, Erickson, 1998

4.       Chiari G., Climi di classe e apprendimento. Un  progetto di  sperimentazione per il miglioramento del clima di classe in quattro città italiane, Angeli, Milano

5.       Chiari G., Climi di classe e stili d’insegnamento. In E. Morgagni  e F. Russo (a cura di), Sociologia dell’educazione, Cooperativa Libraria, Bologna

6.       Chiari G., Gruppi  e  apprendimento cooperativo: Un’alternativa ai gruppi di recupero, in Scuola Democratica, n.1, Gennaio - Marzo 1997

7.       Chiari G., Gruppi e apprendimento cooperativo: un’alternativa ai gruppi di recupero, in Materiali di studio atti del convegno internazionale “La qualità dell’integrazione scolastica”, Erickson, 1997.

8.       Comoglio  M., Cardoso A.M., Insegnare e apprendere in gruppo. Il cooperative learning, LAS, Roma 1996

9.       Comoglio  M., (a cura di ) , Il cooperative Learning, strategie di sperimentazione, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1999

10.   Comoglio  M., Educare insegnando. Apprendere e applicare il Cooperative Learning, LAS, Roma 1998

11.   Cohen E.G., Organizzare i gruppi cooperativi,  Erickson, 1999

12.   Sharan S. , Cooperative learning: Theory  and research, Praeger, New York 1990.

13.   Slavin R.E., Cooperative learning: Theory, research and  practice,  Allyn and Bacon, London, 1990

 

 

 

 

 

 



[1] Mario Comoglio indica per un  approfondimento  : “International Journal of Educational Research”, vol ..23, 3, 1995.